Zambia: sversamento di acido nel fiume Kafue, si teme un disastro ambientale

di claudia
Kafue

Le autorità dello Zambia temono un disastro ambientale di proporzioni catastrofiche dopo la fuoriuscita di acido da una miniera di proprietà cinese, che ha contaminato il fiume Kafue, mettendo a rischio milioni di persone. L’incidente è avvenuto il 18 febbraio, quando una diga di sterili della miniera di Sino-Metals Leach Zambia, situata vicino a Kitwe, è crollata, riversando circa 50 milioni di litri di rifiuti acidi contenenti metalli pesanti e solidi disciolti nel fiume.

Il presidente zambiano Hakainde Hichilema ha chiesto l’intervento di esperti per affrontare la crisi, sottolineando che l’inquinamento minaccia sia la popolazione che la fauna selvatica lungo il corso del fiume, che si estende per oltre 1.500 chilometri. Le autorità stanno ancora valutando l’entità del danno ambientale.

Un giornalista dell’Associated Press (Ap) ha documentato la presenza di pesci morti sulle rive del fiume Kafue, anche a 100 chilometri di distanza dal sito della miniera. Il ministero dello Sviluppo delle Risorse Idriche e della Sanità ha avvertito che le conseguenze includono la distruzione di coltivazioni agricole e il rischio di contaminazione delle falde acquifere. “Prima del 18 febbraio, questo era un fiume vivo e vibrante”, ha dichiarato Sean Cornelius, residente della zona citato da Ap. “Ora è come se fosse morto dall’oggi al domani”.

Circa il 60% della popolazione dello Zambia, pari a 20 milioni di persone, vive nel bacino del fiume Kafue, da cui dipende per la pesca, l’irrigazione e l’industria. Il fiume fornisce acqua potabile a circa cinque milioni di persone, inclusi gli abitanti della capitale Lusaka. A seguito della fuoriuscita di acido, la fornitura idrica alla città di Kitwe, che conta circa 700.000 abitanti, è stata completamente interrotta.

Il governo ha schierato l’aeronautica militare per disperdere centinaia di tonnellate di calce nel fiume al fine di neutralizzare l’acidità. Imbarcazioni veloci sono state impiegate per distribuire ulteriori quantità di calce lungo il corso d’acqua. Il portavoce del governo, Cornelius Mweetwa, ha definito la situazione “molto grave” e ha affermato che Sino-Metals Leach Zambia dovrà sostenere i costi delle operazioni di bonifica.

Il presidente dell’azienda mineraria, Zhang Peiwen, ha incontrato i ministri del governo e ha chiesto scusa per l’accaduto. “Questo disastro è un serio campanello d’allarme per Sino-Metals Leach e per l’intero settore minerario”, ha dichiarato – riferisce Ap – assicurando che l’azienda farà tutto il possibile per ripristinare l’ambiente colpito.

L’impatto ambientale delle operazioni minerarie cinesi in Africa è stato spesso criticato, in particolare nei Paesi ricchi di risorse come lo Zambia, la Repubblica Democratica del Congo e lo Zimbabwe. Le compagnie cinesi sono state accusate di ignorare le normative sulla sicurezza e sul lavoro, suscitando crescente malcontento tra la popolazione locale. Lo Zambia ha inoltre un debito superiore a 4 miliardi di dollari con la Cina e ha dovuto rinegoziare alcuni prestiti dopo aver dichiarato il default nel 2020.

Nel frattempo, si apprende sempre da Ap, un secondo sversamento acido è stato scoperto in un’altra miniera di proprietà cinese nella regione del Copperbelt, pochi giorni dopo l’incidente di Sino-Metals. Un operaio è morto dopo essere caduto nell’acido, mentre la miniera avrebbe continuato le operazioni nonostante l’ordine di chiusura da parte delle autorità. Due dirigenti cinesi della compagnia sono stati arrestati.

Le operazioni di entrambe le miniere sono state sospese per ordine del governo, mentre cresce la rabbia della popolazione locale. “Questo episodio dimostra la negligenza con cui alcuni investitori trattano la protezione ambientale”, ha detto, interpellato da Ap, l’ingegnere ambientale Mweene Himwinga, che ha partecipato all’incontro con Zhang e i ministri del governo. “Non mostrano alcun rispetto per l’ambiente o per la nostra terra. Ed è estremamente preoccupante perché lo Zambia è l’unico Paese che abbiamo”.

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