di Andrea Spinelli Barrile
Il più grande partito di opposizione dello Zimbabwe, la Coalizione dei cittadini per il cambiamento (Ccc), ha tenuto la sua ultima manifestazione prima del voto elettorale lunedì pomeriggio, nella capitale del Paese Harare, con il suo leader Nelson Chamisa che ha detto dal palco che il partito al potere, lo Zanu-Pf, è “in preda al panico” in vista proprio delle elezioni generali di oggi.
Il partito Zanu-Pf, che significa Unione nazionale africana dello Zimbabwe – Fronte patriottico, governa la nazione dell’Africa meridionale dall’indipendenza, ottenuta dagli inglesi nel 1980 dopo la guerra del bush. “Lo Zanu-Pf è in preda al panico e ha paura di queste elezioni. Quel partito una volta disse che il nostro partito era oscuro, non era un partito e non aveva né costituzione né budget: siete stati mandati nel panico da un partito in bancarotta” ha detto Chamisa ai sostenitori esultanti durante un comizio tenutosi dietro il famoso Rainbow Hotel ad Harare: quell’area, all’aperto, è ben conosciuta dagli attivisti dell’opposizione, che la chiamano piazza della Libertà, mentre lo Zanu-Pf e i suoi sostenitori la chiamano piazza Robert Mugabe.
Chamisa, con le sue parole, ha sfidato le affermazioni del portavoce dello Zanu-Pf, Christopher Mutsvangwa, rilasciate alla stampa la scorsa settimana: “Non sogniamo di perdere. In effetti, abbiamo paura di perdere. Ecco perché abbiamo lavorato così duramente cercando di convincere gli elettori a votare per noi. Stiamo corteggiando gli investitori perché abbiamo paura di perdere”.
I sostenitori estasiati di Chamisa hanno cantato e ballato mentre stavano sotto il sole cocente del pomeriggio, speranzosi nella vittoria del loro partito. Nel corso della campagna elettorale Chamisa, che ha già perso un’elezione contro il candidato dello Zanu-Pf, il presidente della Repubblica Emmerson Mnangagwa il quale fu vice di Mugabe per decenni, ha più volte detto che in caso di sconfitta il Ccc non accetterà i risultati elettorali.
Oggi gli zimbabweani si recheranno alle urne per votare in un’elezione che molti sperano metterà fine alla crisi economica del Paese.
In vista delle elezioni, gli zimbabwani si preparano a quello che tutto il Paese spera essere una ripartenza dalla grave crisi economica.
Lo Zimbabwe soffre di un forte deprezzamento della propria moneta e di un’inflazione galoppante, che un mese fa è tornata agli storici e drammatici livelli di tre cifre, al 168%, e deve affrontare critiche internazionali circa la tutela delle libertà individuali in vista proprio del voto e circa l’avvicinamento repentino del Paese a economie come Cina e Russia.
Lunedì il presidente Emmerson Mnangagwa ha accolto nella sua residenza ufficiale di Harare una delegazione del Commonwealth, incaricata di osservare le elezioni dello Zimbabwe. Il Commonwealth dovrà decidere se riammettere il Paese africano nell’organizzazione, dopo che questi ha presentato domanda quattro anni fa: l’ex presidente Robert Mugabe aveva ritirato lo Zimbabwe dal gruppo nel 2003, dopo che la nazione era stata sospesa per violazioni dei diritti umani, con Mnangagwa che aveva richiesto di rientrare nel gruppo l’anno dopo le elezioni del 2018.
Un portavoce del Commonwealth ha detto la scorsa settimana che il gruppo ha rivalutato “l’adesione della nazione ai valori del Commonwealth”. In tal senso infatti, le elezioni di mercoledì costituiranno un “passo significativo nella governance democratica del Paese”, si legge nella nota dell’organizzazione delle ex-colonie britanniche.
Tuttavia, diversi gruppi della società civile hanno espresso preoccupazione per il fatto che le elezioni non saranno libere e eque, che molti elettori sono stati intimiditi e che il sistema di potere dello Zanu-Pf, molto corrotto, in realtà è troppo radicato per essere messo in discussione con voto democratico.
FOTO DI APERTURA: AFP