Un governo di unità nazionale per far fronte alla crisi economica che ha colpito il Paese. È quanto chiesto dal leader dell’opposizione dello Zimbabwe, Nelson Chamisa: «C’è bisogno di un’autorità nazionale di transizione affinché possiamo risolvere questa crisi. La prima cosa da fare per questo paese è intraprendere la strada del dialogo politico».
Il leader del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), che non ha riconosciuto la vittoria del presidente Emmerson Mnangagwa alle elezioni presidenziali dello scorso 30 luglio. Chamisa ha quindi annunciato di aver incontrato i leader religiosi per chiedere l’apertura di un dialogo politico tra l’opposizione e il presidente Mnangagwa.
«Siamo pronti a discutere. Discuteremo e risolveremo i nostri problemi, ma non siamo disposti a legittimare ciò che è illegittimo -, ha detto Chamisa -. La nostra gente sta soffrendo, questo sfacelo economico riguarda tutti noi».
Lo Zimbabwe sta affrontando la sua peggiore crisi economica da un decennio, con scarsità di carburante, cibo e medicinali a causa della mancanza di valuta estera. Inoltre, almeno 50 persone sono morte a causa di un’epidemia di colera esplosa a settembre.
Nel tentativo di risanare le finanze statali, all’inizio di ottobre il ministro delle Finanze, Mthuli Ncube, ha annunciato che il governo dello Zimbabwe taglierà il numero di dipendenti pubblici. «Non è una decisione facile per il governo, è una decisione dolorosa e traumatica, ma necessaria», ha detto il ministro, senza specificare il numero di posti che saranno tagliati. Il provvedimento, ha aggiunto Ncube, riguarderà principalmente i dipendenti pubblici vicini all’età pensionabile, con l’obiettivo di far scendere il deficit pubblico del paese a 2,7 miliardi entro la fine dell’anno.
Lo scorso 26 agosto Mnangagwa ha ufficialmente prestato giuramento come presidente dello Zimbabwe dopo aver vinto un’elezione fortemente contestata dai partiti di opposizione in quello che è stato il primo voto democratico del paese dall’estromissione dal potere dell’ex presidente Robert Mugabe, avvenuta nel novembre scorso. Braccio destro dell’ex capo dello Stato, Mnangagwa ha vinto le elezioni con il 50,8 per cento dei voti, sufficienti per raggiungere la soglia del 50 per cento necessaria per evitare un ballottaggio contro l’esponente dell’opposizione Nelson Chamisa, che ha ottenuto il 44,3 per cento dei consensi.