Zimbabwe – Disordini elettorali, l’esercito: «Non siamo responsabili»

di Enrico Casale
esercito zimbabwe

I responsabili dell’esercito dello Zimbabwe hanno dichiarato a una commissione di inchiesta che i soldati non hanno ucciso civili durante le proteste nella capitale, Harare, che è scoppiata dopo il voto del 30 luglio. In quei giorni, sei persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco e più di una dozzina di altri sono rimaste feriti.

I sostenitori del leader dell’opposizione, Nelson Chamisa, si sono scontrati con le forze di sicurezza nelle strade della capitale e manifestando contro la vittoria del partito al governo, lo Zanu-PF.

Una commissione di inchiesta indipendente composta da sette membri, costituita in agosto e presieduta dall’ex presidente sudafricano Kgalema Motlanthe, ha ascoltato numerose testimonianze per stabilire di chi fosse la colpa delle proteste e dei decessi. Il lavori dovrebbero concludersi tra tre mesi.

Il governo ha dichiarato che non è stato dato alcun ordine di sparare ai civili il 1° agosto e che le vittime, ad alcune delle quali hanno sparato alle spalle, potrebbero essere state uccise da armati o militanti dell’opposizione. Video sembrano però suggerire il contrario.

 

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