Circa 5,5 milioni di zimbabwani domani saranno chiamati al voto per eleggere il nuovo presidente e i membri del parlamento. Sarà un voto cruciale per le sorti del paese e il primo dall’indipendenza senza l’ex dittatore Robert Mugabe, che lo scorso novembre è stato deposto dopo 37 anni di potere per mano dell’esercito zimbabwano. Il “golpe bianco” ha portato al potere il suo ex vice Emmerson Mnangagwa.
A sfidare il “Coccodrillo” (questo il soprannome dell’ex braccio destro di Mugabe dai tempi della lotta di liberazione dal regime d’apartheid rhodesiano) e il partito di governo Zanu-Pf ci saranno un totale di 22 candidati, tra cui il principale leader dell’opposizione, il 40enne Nelson Chamisa. Eletto alla presidenza del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) dopo la prematura morte in febbraio del suo storico leader, Morgan Tsvangirai, Chamisa ha conquistato forte sostegno fra i giovani che domani potrebbero essere decisivi visto che circa il 43,5% degli elettori registrati ha meno di 35 anni.
Secondo gli ultimi sondaggi potrebbe esserci una lotta serrata fino all’ultimo voto, perché nelle intenzioni di voto Mnangagwa sarebbe a 40% mentre Chamisa seguirebbe con il 37%. Entrambi i contendenti hanno fatto grandi promesse al paese impegnandosi a farlo uscire dalle gravi condizioni economiche in cui verte dopo i decenni di Mugabe.
Tra gli altri candidati in lizza figurano l’ex vicepresidente Joice Mujuru e il leader separatista dell’opposizione Thokozani Khupe. Se nessuno dei candidati supererà la soglia del 50% dei voti, i primi due classificati si sfideranno al ballottaggio previsto per l’8 settembre.
Alla vigilia del voto Mnangagwa ha assicurato che sono state prese tutte le misure necessarie per garantire lo svolgimento di elezioni “libere, eque e credibili”, rispondendo così in maniera indiretta alle critiche delle ultime settimane di Chamisa, il quale ha sciolto la riserva su un suo eventuale boicottaggio del voto in segno di protesta contro la presunta mancanza di trasparenza nelle operazioni di stampa e distribuzione delle schede elettorali. “Non possiamo boicottare la nostra vittoria, i vincitori non si fermano”, ha dichiarato Chamisa nel corso di una conferenza stampa.