Lo Zimbabwe sta vivendo una grave siccità. La zona più colpita è il Matabeleland e Bulawayo, la seconda città del Paese. Migliaia di persone, soprattutto quelle che vivono nei quartieri più poveri della città, sono costrette ad attendere ore e ore l’arrivo dei camion cisterna inviati dalla municipalità.
«Ricevere acqua è una grande sfida per molti residenti – ha detto alla Reuters, Mlalazi, 45 anni, che vive nel povero sobborgo di Pumula South -. Trascorriamo la maggior parte del nostro tempo in lunghe e tortuose code, aspettando con impazienza di riempire le nostre taniche. All’una del mattino ci sono già persone in coda».
Dopo diversi anni di siccità e piogge irregolari, i livelli delle falde sono scesi pericolosamente. Il Consiglio comunale di Bulawayo ha quindi limitato l’approvvigionamento idrico nel tentativo di conservare le risorse idriche fino a ottobre quando, si spera, all’inizio della stagione delle piogge a ottobre.
Il mese scorso, le autorità cittadine hanno iniziato a chiudere l’acqua riferendo che le tre dighe che fungono da fonti idriche primarie della città hanno ormai una capacità inferiore al 30%. La municipalità ha già dismesso altre tre dighe rimaste a secco. La situazione è resa ancora più grave dalla pandemia di coronavirus, poiché la mancanza di acqua corrente diminuisce la possibilità di lavarsi e aumenta il rischio che le persone possano contrarre la malattia e infettare gli altri.