Il famoso leader dell’opposizione dello Zimbabwe, Nelson Chamisa, ha duramente criticato la Southern African Development Community (Sadc) per aver sostenuto la leadership del presidente Emmerson Mnangagwa nominandolo presidente dell’organizazione regionale. Mnangagwa ha ufficialmente assunto il ruolo durante una cerimonia al New Parliament Building a Mt Hampden, Harare, succedendo al presidente dell’Angola, Joao Lourenco.
Chamisa, ex leader della Citizens’ Coalition for Change (Ccc), che si è recentemente ritirato dal suo ruolo, ha messo in dubbio l’integrità della Sadc sui social media, chiedendo se l’organizzazione fosse “una comunità di valori o un’unione di vizi”. Ha sottolineato che una Sadc senza standard, valori e principi è “irrilevante e defunta” e non ci si può fidare che sostenga l’equità, la pace e la giustizia per il popolo africano. Chamisa ha chiesto una trasformazione della Sadc in un’istituzione che sta dalla parte degli oppressi piuttosto che degli oppressori.
Chamisa ha già cercato l’intervento della Sadc nelle contestate elezioni presidenziali del 2023 in Zimbabwe che, secondo lui, sono state manipolate dalla Commissione elettorale dello Zimbabwe a favore di Mnangagwa. Nonostante i suoi sforzi, la Sadc non ha preso provvedimenti in merito.
Anche il presidente zambiano, Hakainde Hichilema, alleato chiave di Chamisa, è stato critico nei confronti della Sadc e ha scelto di partecipare virtualmente al summit. Questa decisione è stata criticata da Fred M’membe, presidente del Partito socialista dello Zambia, che ha accusato Hichilema di mancanza di saggi consigli e lo ha descritto come una marionetta delle forze neocoloniali. M’membe ha sostenuto che l’assenza di Hichilema dal summit è stata un errore di calcolo diplomatico che avrebbe avuto ripercussioni negative per lo Zambia. Ha anche criticato lo stile di leadership di Hichilema come intellettualmente pigro ed eccessivamente dipendente da influenze esterne.