Era stato promesso un cambiamento con l’arrivo di Mnangagwa, ma la corruzione e la brutalità continuano a governare nello Zimbabwe. La polizia zimbabwana ieri ha vietato una manifestazione anti-governativa prevista nella città di Bulawayo, il secondo centro urbano del Paese, motivando la decisione con il timore che il raduno potesse provocare “disordini pubblici”. “I cittadini ordinari stanno affrontando delle difficoltà, quindi qualsiasi protesta potrebbe essere sfruttata dai cittadini già agitati e il rischio è che la violenza deflagri”, si legge in una nota della polizia che è stata dispiegata massicciamente con agenti in tenuta anti sommossa e a cavallo oltre a mezzi blindati.
Questa manifestazione annullata, segue quella di venerdì scorso nella capitale Harare, che è stata repressa con forza dalla polizia ed era anch’essa promossa dal principale partito d’opposizione, Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) per protestare contro la corruzione e la mala gestione del governo del presidente Emmerson Mnangagwa. Venerdì l’Mdc aveva annullato la mobilitazione per evitare spargimenti di sangue, ma un gruppo di dimostranti è comunque sceso in strada ed è stato represso violentemente con gas lacrimogeni e manganellate.
Il fatto che la manifestazione sia stata impedita a Bulawayo, città roccaforte dell’opposizione, non fa che aumentare la tensione nel paese, già piegato dalla crisi economica come ricorda AlJazeera. L’Mdc, che accusa il governo di reprimere le libertà dell’opposizione, ha indetto nuove proteste contro la peggiore crisi economica attraversata dal paese nell’ultimo decennio. Il presidente Mnangagwa, succeduto a fine 2017 a Robert Mugabe che era alla guida del Paese dal 37 anni, si era impegnato a rilanciare l’economia, sinora invano. Il Paese affronta regolarmente penuria di beni di prima necessità, come farina, pane, olio e carburante.
Sempre nei giorni scorsi il capo di Stato tanzaniano e presidente di turno della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc), John Magufuli, ha fatto appello alla comunità internazionale affinché revochi le sanzioni ancora in vigore contro lo Zimbabwe dall’epoca di Mugabe, sostenendo che il paese ha già aperto una nuova pagina ed è pronto per andare avanti. “Lo Zimbabwe è stato sottoposto a sanzioni per anni, ma abbiamo bisogno che il mondo comprenda che quando tagli una mano, tutto il corpo viene colpito”, ha detto Magufuli parlando a Dar es Salaam durante il suo primo discorso dopo aver assunto la presidenza della Sadc. Secondo Magufuli, i problemi dello Zimbabwe riguardano tutti i paesi della regione.