Stanno continuando in via eccezionale le votazioni in alcuni seggi dello Zimbabwe, dopo che i ritardi nella consegna del materiale elettorale hanno costretto la Commissione elettorale a prolungare il voto per le elezioni generali di un giorno, così da permettere a tutti i 6,6 milioni di elettori registrati di votare.
Il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha annunciato, ieri sera, che le votazioni saranno estese in 40 circoscrizioni, in tre delle 10 province, comprese parti della capitale Harare, considerata una roccaforte dell’opposizione, dove solo un quarto dei seggi elettorali ha aperto in orario a causa di problemi con le schede elettorali. In alcune zone le schede elettorali sono addirittura finite, con gli elettori costretti ad aspettare fino a tarda notte. L’organismo elettorale ha attribuito alle contestazioni giudiziarie dell’ultimo minuto il ritardo nell’arrivo delle schede elettorali per le elezioni comunali.
Il leader dell’opposizione della Coalizione dei cittadini per il cambiamento (Ccc), Nelson Chamisa, ha accusato lo Zanu-PF al governo di repressione degli elettori e alcune notizie riferiscono come la polizia abbia fatto irruzione negli uffici di due osservatori elettorali locali indipendenti, la Rete di supporto elettorale dello Zimbabwe e il Centro di supporto elettorale, questa mattina. Un gruppo per i diritti umani, gli Zimbabwe lawyers for human rights, ha riferito che un gran numero di persone sono state arrestate e che i computer sono stati sequestrati. Non c’è ancora alcuna conferma da parte della polizia.
Se gli osservatori internazionali hanno definito “pacifica” la giornata di voto di ieri questa, inaspettata, nuova giornata di urne aperte potrebbe invece essere più tesa, al netto dei disservizi e delle polemiche delle ultime ore, a urne aperte.
Dopo la chiusura dei seggi la Commissione elettorale avrà cinque giorni di tempo per i conteggi e la proclamazione dei risultati.